Piani di welfare aziendale validi anche per gli amministratori di società che percepiscono compensi inquadrabili tra i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ex art. 50, lettera c-bis del Tuir. E' la risposta che arriva dalla Direzione centrale normativa dell'Agenzia delle Entrate all'interpello n. 954-1417/201.
Nell'interpello in questione la società che ha presentato l'istanza di chiarimento ha chiesto di conoscere il corretto trattamento fiscale di alcuni servizi (abbonamento a palestra e viaggi all' estero) offerti ai componenti del proprio Cda nonché a tutti i dipendenti, di valore diversificato tra tre diverse categorie omogenee: la prima composta dagli amministratori, la seconda dai dipendenti con una retribuzione annua lorda (Ral) fino ad un certa soglia e la terza da quelli oltre. La Direzione a tal proposto ha evidenziato come i servizi offerti, essendo ricompresi nella finalità ricreativa di cui all' art. 100, comma 1 del Tuir, risultano esclusi del reddito di lavoro dipendente ai sensi dell' art. 51, comma 2, lett. f) medesima norma. In riferimento poi all'altro requisito essenziale ai fini dell'esenzione da imposizione, ovvero che opere e servizi siano messi a disposizione della generalità o categorie di dipendenti, l'Agenzia riconosce, nella fattispecie, l' esistenza di tale requisito sulla base di presupposti diversi: la partecipazione al cda per gli amministratori e l'ammontare della Ral per i dipendenti.
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